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Chirurgia oculistica

La Clinica Ruesch mette a disposizione dei propri pazienti equipe mediche di alto profilo che hanno scelto Napoli come polo scientifico di riferimento per gli interventi chirurgici in ambito oculistico

Informazioni generali

La chirurgia oculistica o refrattiva è un tipo di chirurgia utilizzata dal medico oculista per la correzione dei vizi refrattivi dovuti a difetti di focalizzazione delle immagini sulla retina, intervenendo ad esempio sulla cornea o sul cristallino (talvolta sostituendolo).

Come funziona la chirurgia oculistica?

Tra i difetti trattati dalla chirurgia oculistica vediamo principalmente la correzione della miopia, l’ipermetropia l’astigmatismo; a questi si deve aggiungere la presbiopia, che subentra in età più avanzata; l’entità di tali patologie viene espressa in diottrie e, solo nel caso dell’astigmatismo, anche da un asse la cui espressione è in gradi che ne indica l’orientamento.

Tutti i difetti refrattivi possono venire corretti ricorrendo a diverse tipologie di intervento: la classificazione primaria si può notare tra chirurgia corneale e quella intraoculare.

I difetti nominato possono essere corretti quotidianamente anche con l’uso di occhiali o lenti a contatto. L’intervento chirurgico in questi casi viene generalmente consigliato quando occhiali o lenti a contatto prescritti dal medico oculista non vengono ben tollerati dai pazienti e ciò avviene ad esempio in difetti forti o anche molto sbilanciati tra un occhio e l’altro, o ancora casi intolleranza alle lenti a contatto, attività lavorative dove l’uso di lenti sia un ostacolo per il lavoratore (ad esempio, questo avviene nell’aviazione); spesso però questi interventi vengono richiesti semplicemente per la possibilità di riuscire a liberarsi degli ausili nella vita di tutti i giorni, trovando gli occhiali o le lenti a contatto scomodi o antiestetici.

Il valore del difetto, ad ogni modo,  deve essere comunque misurato da un oculista, il quale prima dell’eventuale intervento chirurgico deve ottenere una serie di accertamenti sullo stato di salute del paziente. I dati più importanti da raccogliere sono:

  • la misurazione del difetto visivo,
  • la topografia corneale (la curvatura della superficie oculare),
  • la pachimetria (misurazione dello spessore della cornea)
  • misurazione del diametro della pupilla (in dilatazione o meno)

L’intervento di chirurgia refrattiva è generalmente definitivo e richiede, anche se poco invasivo, un breve periodo di assestamento che varia in base alla tecnica utilizzata. In più, non sempre c’è garanzia dell’ottenimento di una visione perfetta (10/10) ma tuttavia la capacità visiva migliora sempre. Talvolta però, nei casi più gravi, potrebbe appunto rimanere un piccolo residuo di vizio refrattivo, che però può essere corretto grazie ad un intervento secondario di entità minore.

Approfondimenti

Come si corregge un vizio di refrazione?

Il potere refrattivo dell’cchio è posseduto al 60% circa dalla cornea (40 diottrie): la capacità di riuscire a variare quella che è la direzione dei raggi luminosi facendoli convergere sulla retina è dovuta proprio alla curvatura di quest’ultima. La chirurgia refrattiva viene effettuata con il laser, variando quello che è lo spessore corneale e facendo sì che le immagini vengano messe a fuoco sulla retina. Quindi possiamo dire che per correggere la miopia bisogna appiattire la cornea, mentre per l’astigmatismo dobbiamo fare esattamente l’inverso, ossia aumentarne esponenzialmente la curvatura.

Le tecniche impiegate

Le tecniche impiegate oggi sono principalmente tre. Vediamo di quali si tratta:

  • Lasik: tramite questa tecnica la cornea viene tagliata creando una specie di lembo detto anche “flap” che comprende la membrana di Bowman e lo stroma superficiale, praticando una sezione orizzontale della superficie oculare trasparente. Questa operazione può essere fatta con un piccolo bisturi di precisione il cui nome è microcheratomo o un altro laser ultrarapido il cui nome è femtolaser. Il lembo tagliato viene quindi sollevato e grazie all’impiego del laser ad eccimeri, la cornea viene in seguito assottigliato. Il lembo viene così richiuso e l’operazione è conclusa.Con il lasik generalmente non si sente dolore e dopo l’intervento il recupero visivo è pressoché immediato, ma la creazione dello sportello (il “flap”) è una procedura rischiosa ed il successo è dovuto soprattutto alla manualità del chirurgo. Il flap infatti può risultare ancora sollevato a distanza di un anno dall’operazione e non aderendo mai allo stroma sottostante. Questo può far incorrere nel rischio di spostamento accidentale nel caso di trauma o contaminazioni infettive sotto il flap stesso.
  • PRK (PhotoRefractive Keratectomy=cheratectomia fotorefrattiva): con questo tipo di tecnica si può agire col laser dopo l’asportazione  dell’epitelio corneale (ovvero lo strato più esterno della cornea), modificando così la curvatura della superficie corneale. A conclusione dell’intervento si utilizza poi una lente a contatto morbida priva di potere refrattivo, che presenta unicamente lo scopo di protezione dell’occhio durante la ricostruzione dello strato corneale esterno (la riepitelizzazione avviene comunque in breve tempo, generalmente in 4-5 giorni). Il PRK è la procedura tecnicamente più facile da eseguire. Infatti a questo proposito l’assenza del lembo riduce anche quelle che possono essere le complicanze sorte a lungo termine. Gli svantaggi vedono però sia il dolore post-operatorio e sia un maggiore rischio di avere opacità corneali legate all’intervento.
  • Lasek: questa tecnica è paragonabile alla precedente, quella del PRK. Qui l’epitelio viene sollevato totalmente, ma in questo caso si riposiziona sull’occhio a conclusione del trattamento laser (dove invece nella tecnica PRK l’epitelio viene totalmente eliminato). Con questa tecnica, dunque, si va a sollevare l’epitelio corneale dopodiché il laser va a modellare la cornea per l’ottenimento del risultato refrattivo sperato e, alla conclusione dell’intervento, si riposiziona poi il lembo di epitelio che viene poi anche qui protetto con una lente a contatto. L’epitelio riposizionato protegge così quello in via di formazione, ma il suo spostamento in fase di intervento comunque non pregiudica il risultato di quest’ultimo.


La scelta spetta comunque al medico oculista che ha intenzione di eseguire l’intervento. Ad oggi, comunque, la tecnica più utilizzata è generalmente la lasik nel trattamento di miopie lievi e moderate, mentre la PRK e la lasek più generalmente vengono scelte in caso di miopie elevate.

La chirurgia refrattiva tende ad eliminare il difetto visivo rimodellando la cornea e dandole così la forma desiderata per la correzione. Una delle controindicazioni che possiamo trovare perciò nel voler correggere questo intervento è data dalla presenza di una cornea troppo sottile. Lo spessore della cornea comunque può essere misurato tramite una pachimetria corneale.

Un’altra controindicazione può essere data dalla secchezza oculare: tramite appositi test per controllare il grado di lacrimazione si può capire come e se intervenire con la chirurgia refrattiva, escludendo le persone che soffrono del cosiddetto occhio secco. Particolare attenzione poi bisogna essere poste se si è affetti da cheratocono.

Ad ogni modo, la miopia può essere trattata con successo fino alle 12 diottrie, oltre le quali possono presentarsi rischi seri per la salute dell’occhio. Lo stesso discorso vale per le forme di ipermetropia superiori alle 5 o 6 diottrie, per le quali il trattamento non risulta essere molto efficace.

Prima e dopo la chirurgia refrattiva: cosa fare

Prima dell’operazione, bisogna sospendere il più a lungo possibile l’utilizzo delle lenti a contatto, perché non sarà possibile operare l’occhio prima delle due settimane dalla sospensione dell’uso di queste ultime. CIò avviene perché la lente a contatto può portare a deformazioni della cornea che possono portare a creare problemi durante l’operazione. In più, nei giorni precedenti all’intervento non bisogna recarsi in ambienti che favoriscano infezioni oculari, si tratti anche semplicemente di congiuntivite. Infatti tutto potrebbe pregiudicare il risultato, perciò si sconsiglia altamente di evitare di stare a contatto con persone affette da cheratite o congiuntivite.

Il periodo che segue l’operazione all’occhio è quello più delicato: un’eventuale infezione potrebbe anche pregiudicare il risultato sperato e portare ad avere conseguenze più gravi. Perciò, si devono evitare per un certo tempo l’uso di moto o biciclette nonché altre attività all’aperto, luoghi con molto vento o molto fumo, così com’è necessario non andare in piscina a causa del cloro, che può irritare gli occhi. In più, è sempre fondamentale nel periodo post-operatorio avere una buona idratazione dell’occhio. A questo scopo dunque è essenziale servirsi periodicamente di lacrime artificiali. Nonostante queste accorgenze, è comunque possibile ad esempio leggere, scrivere o utilizzare il computer senza problemi.

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