Diagnostica senologica
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Informazioni generali
La visita al seno o visita senologica è uno di quegli esami che deve essere imperativamente eseguito ogni anno rivolgendosi ad un medico senologo ma nonostante ciò, si consiglia di procedere almeno una volta al mese – possibilmente sempre nello stesso periodo del ciclo e preferibilmente prima dell’ovulazione – all’autopalpazione del seno in vista di rilevare già da sole alcune variazioni morfologiche nell’aspetto dei nostri seni, potendo così rilevare:
- anomali e persistenti arrossamenti della cute
- la presenza di nuovi noduli
- secrezioni di un capezzolo o entrambi i capezzoli
Qualora dovesse presentarsi una di queste anomalie è giusto ricorrere al più presto al proprio medico di fiducia o ad uno specialista. In più, dopo i venticinque anni si consiglia di controllare il proprio seno una volta all’anno con una ecografia mammaria ed una volta superati i 40 anni d’età si deve passare oltre alla visita senologica ad una mammografia.
Durante una visita senologica, la valutazione del seno e delle sue ghiandole può anche essere estesa ai cavi ascellari, dove si possono trovare altri linfonodi infiammati o sospetti e alle fosse poste sopra e sotto la clavicola oltre che ai solchi sottomammari. L’esame clinico del seno è uno di quegli esami fondamentali per le donne in quanto costituisce uno dei primi mezzi per la prevenzione e la cura delle patologie della ghiandola mammaria.
La visita del seno è un esame completo della mammella che viene svolto senza l’utilizzo di strumentazioni particolari ma che soprattutto non comporta alcun dolore per la paziente ed ha come scopo quello di valutare, accertarsi o escludere la presenza di tutte le patologie che sono legate al seno e viene spesso accompagnata ad una ecografia mammaria perché si possa formulare un piano completo di quella che è la panoramica della situazione delle ghiandole mammarie e delle eventuali patologie che riguardano il seno.
Prima di poter iniziare con l’esame delle mammelle, comunque, lo specialista può rivolgere delle domande alla paziente al fine di raccogliere dati ed informazioni utili a formulare la diagnosi finale a visita completata. Soprattutto lo specialista potrà doversi interessare di quella che è la storia clinica della paziente, ossia se ha avuto pregresse patologie del seno come neoplasie della mammella, la presenza di gravidanze, l’età del menarca e la regolarità del ciclo mestruale o l’incorrenza della menopausa o ancora la familiarità in caso di carcinoma della mammella (ossia se parenti strette come sorelle, madri, zie o nonne abbiano sofferto o meno di tumori al seno) e le sue abitudini di vita, se fa uso di alcool, fumo o droghe e se conduce uno stile di vita più sedentario, che tipo di dieta conduce e via discorrendo. Dopo la raccolta dei dati, la visita senologica procede con l’osservazione e la palpazione del seno. L’osservazione serve a controllare la simmetria, la forma, le dimensioni ed il profilo di entrambi i seni evidenziandone eventuali anomalie come tumefazioni o arrossamenti, mentre con la palpazione si procede poi tramite manovre delicate alla rilevazione di eventuali noduli e la loro mobilità, se c’è presenza di edema nei seni e completando poi la visita con l’osservazione del capezzolo e dell’areola per controllare eventuali rientranze o ispessimenti sospetti.
Approfondimenti
La mammografia: cos’è e quando si esegue?
La mammografia è un esame preventivo utile per la diagnosi delle lesioni neoplasiche della mammella e non è un esame del quale la donna necessita frequentemente, difatti la frequenza consigliata è biennale e non bisogna eccedere nel caso di pazienti giovani alle quali la mammografia non è ancora richiesta o alla rilevazione di falsi positivi.
La mammografia, infatti, è un esame che va fatto almeno dopoi 35 anni d’età. Prima di questa soglia di età, infatti, è altamente probabile che si possa incorrere in cisti innocue e noduli benigni che possono allarmare comunque nel momento in cui vengono scoperte.
Ad ogni modo in linea di massima la mammografia è un esame che viene consigliato al 40° anno d’età, ma talvolta ritardato anche fino ai cinquan’anni d’età, ossia la soglia che viene presa in considerazione perché ci si avvicina alla menopausa. Il periodo di inizio della menopausa, infatti, è quello che dimostra spesso un’incidenza più alta nella comparsa di lesioni tumorali del seno.
Come avevamo anticipato, la cadenza della mammografia è biennale ed è la frequenza più giusta perché si possa avere un monitoraggio preciso e si possa individuare la presenza di neoplasie in un arco tempo rapido, e in più si tratta di un esame che può essere di grande aiuto anche nelle diagnosi precoci di tumore al seno e che aiutano a risolverlo e guarirlo in più del 90% dei casi diagnosticati.
La mammografia è un esame che viene consigliato anche dopo i quarant’anni, soprattutto se in famiglia ci sono stati casi di tumore, mentre nel caso non ci fossero pericoli di ereditarietà si può continuare a procedere fino a quella soglia d’età con la normale visita senologica e le ecografie mammarie. L’ecografia mammaria non è un esame né invasivo e né doloroso e non comporta alcun rischio per la salute essendo oggi presenti diverse tecniche di mammografia a basso dosaggio.
Per limitare i fastidi che possono insorgere con la compressione del seno è preferibile, comunque, prendere appuntamento per una mammografia almeno nei primi quindici giorni del ciclo, giorni nei quali il seno è più rilassato e meno sensibile.
Ecografia del seno: quando e come?
L’esame di ecografia del seno viene eseguito come esame di prima scelta, solitamente accompagnato ad una visita senologica nelle donne di età inferiore ai quarant’anni. Dopo questa soglia d’età l’esame ecografico svolge invece un ruolo di accompagnamento alla mammografia nel caso le immagini date da quest’ultima possano essere di dubbia interpretazione ed abbiano bisogno di ulteriori delucidazioni che possono essere date dalle indagini ecografiche. L’ecografia mammaria, infatti, ha un ruolo di fondamentale importanza nello studio del seno durante la gravidanza, nei traumi e nella presenza di stati infiammatori della mammella.
Biopsia ed agoaspirato
Si ricorre a queste tecniche nel caso sia la mammografia che l’ecografia non abbiano dato con certezza delle diagnosi sulla natura di un nodulo sospetto, rendendo così necessarie indagini più approfondite che riguardino il prelievo di cellule dal sito interessato.
L’agoaspirato dunque ingloba una parte delle cellule che vengono poi analizzate ma se ciò ancora non dovesse essere sufficiente si passerà ad una biopsia. Una biopsia è un prelievo di una piccola sezione di tessuto che sarà sottoposta poi ad esami istologici.
A conclusione degli esami eseguiti poi si potrà concludere con una diagnosi sulla patologia della paziente e se intervenire chirurgicamente o meno.
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