ALLERGOLOGIA:

Conoscere i diversi tipi di allergie

Allergia e reazione avversa a farmaci
Dermatite allergica da contatto
Allergia a inalanti
Allergia veleno di Imenotteri
Allergia alimentare
Malattie allergiche in età pediatrica

Allergia e reazione avversa a farmaci

Il maggior consumo di farmaci, per la disponibilità di nuove terapie e anche per la sempre più frequente abitudine all’automedicazione, ha causato negli ultimi anni un notevole incremento di reazioni allergiche e avverse a vari medicamenti con conseguenti manifestazioni cliniche talora particolarmente gravi e, in casi molto rari, anche con esito letale.
Al fine di assicurare ai pazienti la possibilità di far uso senza paura di farmaci indispensabili per la loro salute, dopo una accorta anamnesi e una attenta valutazione clinica, vengono effettuate delle specifiche indagini in ambiente protetto e con assistenza sanitaria continua.
Il test di prima scelta è quello di tolleranza per via orale attraverso la somministrazione in dosi frazionate e in tempi successivi di un farmaco la cui molecola ha una struttura chimica del tutto diversa da quella che ha provocato la reazione indesiderata, ma ha la stessa indicazione terapeutica.
Naturalmente nel caso di assenza di reazione avversa il paziente potrà assumere il farmaco testato.
Gli altri test che vengono praticati sono le cutireazioni (ad es. quando un farmaco non è disponibile per via orale) e i test epicutanei (ad es. nel caso venga sospettata una reazione allergica ritardata).

6

Dermatite allergica da contatto

La dermatite allergica da contatto rappresenta la risposta cellulare del sistema immunitario indotta dal contatto ripetuto sulla cute con particolari sostanze estranee all’organismo (apteni).
Si presenta come una dermatite eczematosa caratterizzata da lesioni polimorfe: eritematose, vescicolari, crostose e spesso desquamative intensamente pruriginose. Insorge spesso improvvisamente nonostante il contatto con la sostanza coinvolta non avesse provocato prima reazioni cutanee.
Le lesioni inizialmente sono localizzate nella zona della cute esposta alla sostanza sensibilizzante, successivamente, se il contatto è ripetitivo, tenderanno a propagarsi ad altre aree cutanee.
Ai fini diagnostici dopo un’accurata anamnesi, per individuare la sostanza responsabile possono essere effettuati i test allergologici epicutanei (patch test), che consistono nell’applicazione delle sostanze sospette sulla cute del dorso del paziente utilizzando particolari dispositivi adesivi che andranno rimossi a distanza di 48-72-96 ore. L’interpretazione del risultato del test è piuttosto complessa e richiede notevole esperienza.
Il patch test è positivo se nel punto di applicazione di una determinata sostanza sono presenti lesioni cutanee che mimano la dermatite da contatto stessa.
L’individuazione delle sostanze responsabili è fondamentale perché solamente prevenendo il contatto con esse è possibile evitare le recidive della dermatite.

6

Allergia a inalanti

Pollini, acari, muffe, epiteli e forfore di cane e gatti possono causare negli individui geneticamente predisposti delle reazioni allergiche caratterizzate prevalentemente da oculorinite e asma bronchiale con la tipica sintomatologia di naso chiuso, rinorrea, salve di starnuti, lacrimazione e prurito agli occhi, tosse spastica, dispnea e disturbi del sonno.
Per individuare i vari allergeni vengono effettuate le cutireazioni (prick-test) e nei casi dubbi anche indagini su siero (ricerca nel siero di IgE specifiche).
I pazienti affetti dalle suddette patologie , oltre alle classiche norme di profilassi ambientale, devono praticare una terapia farmacologia attiva sulla mucosa respiratoria che presenta uno stato di infiammazione cronica di tipo perenne.
Quando la sintomatologia respiratoria è in fase di quiescenza, una importante misura di prevenzione per la rinite e l’asma bronchiale è costituita dal cosiddetto “vaccino” come viene definita l’immunoterapia specifica per la sua capacità di indurre tolleranza nei confronti dell’allergene e in tal modo di ridurre od impedire la riacutizzazione dei sintomi nel paziente allergici. Essa consiste nella somministrazione (oggi prevalentemente per via orale) dell’allergene responsabile dei disturbi allergici, partendo da basse dosi ed aumentando progressivamente il dosaggio sino ad un livello massimo che va ripetuto per un periodo di tempo, secondo la prescrizione dello specialista allergologo.

6

Allergia veleno di Imenotteri

Con l’arrivo della stagione primaverile si intensificano le uscite e le attività ricreative all’aperto e torna, puntualmente, a diffondersi la “fobia” per le punture d’insetto. Ogni anno numerose persone vengono punte da api, vespe e calabroni.
Questi insetti, appartenenti alla famiglia degli Imenotteri, quando pungono iniettano nella vittima il loro veleno. Nella maggior parte dei casi le punture si risolvono spontaneamente con arrossamento, gonfiore e bruciore locali che possono durare al massimo qualche ora (vengono ridotte dall’applicazione di un cubetto di ghiaccio sulla cute).
Una piccola percentuale di soggetti può invece sensibilizzarsi al veleno di questi insetti e sviluppare reazioni allergiche anche severe.
Un soggetto allergico al veleno di imenotteri può sviluppare una manifestazione clinica compresa tra reazione locale (arrossamento e gonfiore con diametro superiore a 10 cm e durata maggiore di 24 ore) e lo shock anafilattico.
I test cutanei, eseguiti con la metodica del prick test e delle intradermoreazioni, utilizzando i veleni di Ape (unico insetto che lascia il pungiglione sulla cute e muore quando punge), Vespa, Polistino e Calabrone, consentono generalmente di formulare una diagnosi corretta.
Ai pazienti che hanno manifestato orticaria, soffocamento e collasso cardiocircolatorio con documentata positività dei test diagnostici, viene raccomandata l’immunoterapia specifica con veleni purificati, che rappresenta l’unico presidio terapeutico in grado di garantire una protezione pressoché completa in caso di nuova puntura.
I pazienti particolarmente sensibili devono munirsi di piastrina informativa e di farmaci (adrenalina, antistaminici, steroidi) per autogestire correttamente una eventuale terapia di emergenza. In particolare, a meno che non ci siano controindicazioni mediche, l’adrenalina deve essere prescritta a tutti i pazienti che abbiano avuto una reazione sistemica a seguito di una puntura di insetto.
La somministrazione rapida di questo farmaco, di prima scelta nella prevenzione dell’anafilassi, si correla ad una significativa riduzione della mortalità.

6

Allergia alimentare

L’allergia alimentare è causata da un’alterata risposta immunitaria con produzione di anticorpi (della classe IgE) che reagiscono verso varie proteine contenute negli alimenti.
Le manifestazioni cliniche possono interessare naturalmente l’apparato gastroenterico (dolori addominali, diarrea, vomito), la cute (orticaria e dermatite), le mucose (angioedema), l’occhio (congiuntivite), l’apparato respiratorio (rinite, asma bronchiale) e l’apparato cardiovascolare fino al quadro drammatico dello shock anafilattico soprattutto quando all’ingestione dell’allergene alimentare è associato a esercizio fisico.
Per la diagnosi di allergia alimentare, dopo un’accurata raccolta dei dati clinici, vengono eseguire particolari test cutanei (prick-prick) e nei casi dubbi anche esami sul sangue attraverso indagini molecolari per l’individuazione degli alimenti sospettati, che in caso di esito positivo delle indagini verranno eliminati dalla una dieta.
Bisogna precisare che non fanno parte delle reazioni immuno-allergiche le cosiddette “intolleranze alimentari”.
Esse sono generalmente causate dalla carenza di enzimi che digeriscono alcuni
componenti alimentari come ad esempio il difetto di produzione della lattasi che fa digerire il lattosio (zucchero del latte) oppure si verificano in pazienti che non tollerano alimenti ricchi di sostanze come istamina, additivi fra i quali conservanti e coloranti.
Allo stato attuale i test proposti ed effettuati al paziente per le intolleranze alimentari non sono validati dal punto di vista scientifico.

6

Malattie allergiche in età pediatrica

Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato che in età pediatrica, soprattutto nei paesi occidentali, c’è una incidenza superiore al 30% di sensibilizzazione a vari allergeni e attualmente in Italia si stima che più di 6 milioni di bambini da pochi mesi di vita a 14 anni soffrono di una malattia allergica.
Le manifestazioni cliniche si presentano in modo diverso in ogni bambino e con una gravità molto variabile. Le forme più comuni sono la rinite, la congiuntivite, l’asma bronchiale, le affezioni gastro-enteriche e la dermatite atopica.
Quelle meno frequenti sono l’orticaria, l’angioedema e lo shock anafilattico.
L’iter diagnostico di queste patologie, dopo una accurata raccolta dei dati anamnestici e un attento esame obiettivo, si avvale di test cutanei, di test su siero e, nell’allergia alimentare, anche di diete di privazione e di provocazione.
Per la terapia vengono somministrati prevalentemente farmaci attivi sulla sintomatologia e sulla infiammazione tissutale. Inoltre nelle allergie respiratorie e nella reazione anafilattica da puntura di Imenotteri, al fine di indurre la tolleranza nei confronti dell’allergene, viene effettuata anche l’immunoterapia specifica.
Si deve comunque considerare che la malattia allergica in età pediatrica altera in modo significativo la qualità della vita del bambino e in molti casi condiziona anche la famiglia che tende a limitare le attività del proprio figlio (evita di mandarlo in gita, di fargli praticare sport, di essere presente nelle feste dei coetanei) oppure è indecisa sui farmaci da somministrare o sugli alimenti da evitare.
Per tale ragione il medico riveste un ruolo importante nelle gestione clinica della patologia allergica del bambino.
Egli deve cercare di avere sempre un dialogo con i familiari, li deve esortare ad attuare le norme di prevenzione e a somministrare in modo corretto la terapia.
Naturalmente dando anche spiegazioni su come agiscono i vari farmaci che ha prescritto e illustrando i loro possibili effetti indesiderati.

6

Contatti

C.U.P. (CENTRO UNICO PRENOTAZIONI)

Chiama

(0039) 081-7178-360

solo whatsapp

(0039) 342-7436-573

Email

cup@clinicaruesch.it
}

Orari

dal Lunedì al Venerdì dalle 8.30 – 19.00
Sabato 8.30 – 12.00